Io sono una che si applica. Nelle materie a lei congeniali. Per tutto il resto, licenze poetiche. Che poi il tempo delle scuole e della dedizione è finito. Che poi mancano ancora circa sei mesi alla fine dell'anno. Tempo per recuperare ce n'è. Partendo da quella folle voglia che sento dentro di iscrivermi in palestra. Che non se ne può più di tutti quegli abbonamenti annuali, certificati su certificati, mensili pagati. Che di ritornarci il mese dopo proprio non se ne parla. E allora cambi palestra. Sperando che l'aria nuova renda anche te un po' più nuova. O almeno diversa. E che questa volta non abbandonerai il campo di battaglia come la più indegna delle ritirate.
Perchè devo aver esagerato con gli zuccheri. E con i carboidrati. Perché se no, beh, non lo so.
Che poi chi l'ha detto che non si cambia? Ah si, io. E allora forse sbagliavo, perchè se io sento la voglia di fare mia la combinazione tappetino-sudore-fatica, allora forse tutto è possibile.
Solo io e lei. La Didi. E Cesare. Per le vie di una città che regalarti un parcheggio facile la mattina proprio non ne ha voglia.
Perché, Cesare lo sa, noi speriamo di essere trovate, su una spiaggia, sandaletti di cuoio e mojito munite. Che quella maglietta di cotone fiammato e lo shortino in macramè non ce li leva nessuno. Perchè a noi piace così.
Perchè si, noi quel fesso che voglia farci innamorare lo cerchiamo, che ci preghi di restare. E quando lo troviamo, beh, non è mai lui.
Perché siamo esigenti. Poco pazienti. E irriverenti. Perché magari un po' li spaventiamo. Mai quanto a volte spaventino noi loro. Iphone dipendenti. Messaggi repellenti. Perché siamo poco pazienti. Pare. Ma va bene così. Siamo esigenti. E preferiamo ancora un paio di scarpe favolose ad esseri umani più unici che rari. Perché almeno quelle ci fanno sognare. E non ci fanno sentire mai, mai, sole.
Tip of the day: a tutti quelli che pensano che le scarpe non scaldino il cuore, beh, non avete mai comprato quelle giuste.
(Credits-Tumblr)
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